Per la prima volta nella mia vita in questi giorni mi sono ritrovato in aula a fare lezione su Word ed Excel.
No, non è una crisi di mezza età. Il mio percorso di facilitatore sull’AI generativa mi ha portato, inevitabilmente, sulle tracce di Copilot.
Anche se Microsoft lo propone ormai già da qualche mese, a mio avviso è ancora lontano dall’essere una versione 1.0 pienamente matura. Troppo lento e instabile per rispondere all’aspettativa (o illusione?) diffusa di un’AI “office-ready”, in cui basterebbe premere un bottone per ottenere immediatamente risultati impeccabili.
Tuttavia, credo che la strada sia tracciata. Copilot è il principale candidato per diventare l’AI di massa, grazie a tre fattori chiave:
- è integrato nei software più utilizzati quotidianamente
- Microsoft ha una solida presenza sul mercato italiano ed europeo
- sfrutta la tecnologia avanzata di OpenAI.
Ma lo scenario che immagino per il futuro è molto diverso da quello attuale.
Prevedo dashboard e assistenti AI personalizzati, magari creati in autonomia dagli stessi utenti con strumenti no-code, allineati all’ecosistema IT aziendale. Non la copia sbiadita di ChatGPT che è Copilot in questo momento.
Se guardo prodotti ancora in fasce come Copilot Studio e Power Automate mi pare che questa sia anche la visione di Microsoft, ma ci vorrà tempo.
Marc Benioff, CEO di Salesforce, ha recentemente paragonato Copilot a Clippy, il famigerato assistente a forma di graffetta che infestava Office nei primi anni 2000. Una provocazione che ha anche un motivo commerciale: Benioff deve promuovere il suo Agentforce. Questo rafforza ulteriormente l’idea che siamo ancora agli albori di una trasformazione importante.
L’intelligenza artificiale per la produttività personale è una rivoluzione in arrivo: prepariamoci a grandi cambiamenti. Nell’attesa, ho chiesto a Midjourney di immaginarsi un Clippy del futuro.